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Franco Dionesalvi
copertina "storie di computer e di fantasmi"
Grisolia Editore - € 9,00.
È pressoché esaurito. Tuttavia se sei interessato puoi provare a contattare Grisolia Editore a Belvedere Marittima (Cs) oppure a Lamezia Terme (Cz).


altri titoli nella sezione NARRATIVA:
•L'ultimo libro di carta
•Ai confini della pubertà
•Racconti erotici
•Libro della morte e delle cento vite
•La maledizione della conoscenza

IL PRINCIPE

«A-cce-sso-ma-ga-zzi-no-a-cce-sso-ma-ga-zzi-no».
Sulla scalinata lo slogan veniva ritmato sulle lattine di birra. La voce di trenta toraci sincronizzati.
C’erano dei fiori.
La voce andò morendo, il ritmo fu ripreso fischiettato.
Il fischio si generalizzò, crebbe avvolgente.
Ma tutto passava via.
Ciuffetto, sdentato, alzò la sua latta di vernice: «I dati a tutti!». Loira e Monica risero, si caricarono. Sollevarono gli spinotti annodati intorno al petto, nel gesto rituale di unirli tutti insieme fra loro, 5, 10, 30 spinotti argentati, a provocare una pioggia di scintille.
Sentii il mio stomaco a corto di fiato.
La carrucola dell’operatore televisivo ripassava continuamente sulle nostre teste. Alle sue zoomate, il ritmo riprendeva regolare.
Il proprio spinotto nell' orecchio del vicino. La catena ventre-tubo-orecchio annodava i dimostranti. Loira provò a infilare il suo spinotto nel mio orecchio. Mi scansai, ripresi a spolverare coi polpastrelli lo scalino. Loro erano deluse. «Che ti prende, stai male?»
Presi lo spinotto di Loira, lo conficcai nel naso di Ciuffetto che protestava di solletico. Mi alzai.
Qualcuno mi buttò nelle mani un microfono. «Qual è lo scopo di questa manifestazione», mi urlò. «Ehi, amico, hai due minuti».
«Non parlo la tua lingua», risposi.
«Okay, ridammi almeno il microfono».
C’era un gruppetto in piedi che faceva ritmo con le mani. Lo lanciai nel mucchio.
Girandomi intravidi Azteca.
Il collo lentigginoso si slanciava dalla camicetta bianca. La conoscevo appena. Decisi che, per quanto più legnosa potesse risultarmi dei miei amici, almeno non mi sarei annoiato. A scambiar due chiacchiere, giusto questo. O anche solo a salutarla.
Quando poi davvero mi avvicinai, da un lampo nei suoi occhi capii che avremmo condiviso un fremito di fuga. «Che ne dici — le dissi — di una birra alla fonte?». «Positivo», rispose simulando una voce metallica. Ci facemmo largo fra i ragazzi in tuta gialloblu che chiedevano il libero accesso alla Banca Dati di Stato. Che volevano collegarsi con le loro lamierine da camera al deposito dei segreti collettivi. E, ora che avrebbero strillato anche per me, li sentivo più vicini.